Dalle reti di Comuni un piano di sviluppo per il Paese

a cura di Emanuele Martinelli, CEO Energia Media

 

Il rapporto tra innovazione e pubbliche amministrazioni locali è ancora oggi di difficile lettura. Si parla di Smart Land come concetto affascinante, coagulo di esperienze da portare sui territori secondo linee strategiche che aree omogenee dovrebbero prima immaginare e poi adottare; ma che ancora rimane nell’alveo dei desiderata, di riflessioni spesso rinchiuse all’interno di contesti convegnistici e nulla più. Eppure sarebbe quanto mai fondamentale riprogettare oggi i servizi sulla scorta di una visione a medio e lungo termine sviluppata dai singoli territori, secondo punti da unire anche con creatività oltre che con dati da rilevare e trasformare in informazioni. L’integrazione dei servizi, tema sempre più all’attenzione in quest’epoca di forte digitalizzazione, va però di pari passo con l’integrazione delle conoscenze e prima ancora con la sinergia tra operatori pubblici, che dovrebbero agire secondo prospettive condivise quando si parli di spazi contigui e di prossimità gli uni con gli altri. Gli stessi processi relazionali tra PA e imprese tecnologiche non sono codificati in percorsi coerenti con l’importanza che tali confronti potrebbero assumere, fatta eccezione per qualche iniziativa privata. Operare in maniera partecipata e integrata è la sfida che i territori devono porsi, qualunque sia la forma giuridica che regoli le unioni, le reti in cui sono inseriti quasi tutti i comuni italiani, sia all’interno di aree metropolitane che su ambiti diffusi o remoti. Il cambio generazionale all’interno delle PA locali potrebbe aiutare a far crescere una nuova mentalità sia nella parte tecnica che politica; ma crediamo serva in questo senso una piena consapevolezza dell’importanza di tale processo da parte dell’amministrazione centrale. Nell’intendere e concepire questa ipotetica trasformazione quale possibilità straordinaria di introdurre per la prima volta una strategia di sviluppo per il Paese che parta anche dai territori, dalla loro evoluzione nei servizi, dal mantenimento vocazionale e dalla produzione di cultura. Per mettere a sistema le energie e le procedure, per eliminare le distanze e i conflitti serve aver chiaro le enormi potenzialità che una visione, una strategia di tal genere svilupperebbero. Lavorare in stretta collaborazione funziona in Europa quando si partecipa a call per accedere a linee di finanziamento, perché si tratta di legami che delineano una prospettiva consentendo il raggiungimento di risultati. Ma pare utopia sui nostri territori. Il concetto di Smart Land massimizza il concetto di rete e va portato con un piano formativo sui diversi comuni, perlomeno su quelli più sensibili al tema. In questo Enea crediamo abbia tutti gli strumenti per coordinare un progetto che aumenterebbe la possibilità per il Paese di crescere da ogni punto di vista. In primis culturale e quindi delle competenze, base fondamentale per l’evoluzione di ogni altro aspetto, sociale, economico, ambientale.