Nella scuola si sta attuando una vera e propria rivoluzione tecnologica. Il primo grande cambiamento storico arriva da Pioltello (Milano), dove la sindaca Ivonne Cosciotti ha investito 400 mila euro per fornire a tutti gli studenti delle scuole medie del territorio iPad per studiare, seguire lezioni e fare i compiti a casa. Uno strumento con applicazioni apposite per la scuola, realtà virtuale e tecniche per imparare una nuova disciplina: il coding. Ma la cosa indispensabile, racconta la sindaca, è fornire una giusta preparazione ai professori, sono loro gli attori fondamentali per accompagnare gli studenti a un nuovo metodo di studio
A cura della Redazione
C’è un paese in cui il progetto della realizzazione di una scuola digitale non è più solo utopia. Ci troviamo nel Comune di Pioltello, nella zona est di Milano, dove la sindaca, Ivonne Cosciotti, ha approvato un piano in cui lo studio scolastico verrà affiancato alla tecnologia. Si chiama “Pioltello, Scuol@ 4.0” l’ambizioso disegno che vede la trasformazione di tutte le scuole, materne, elementari e medie, del territorio e che partirà in via definitiva a settembre. Si tratta di due piani paralleli, il primo che vede come protagoniste le scuole materne ed elementari, il secondo, invece, le scuole medie. Per le prime sono stati investiti 134 mila euro per la realizzazione di 61 aule LIM; per le seconde, in totale 4 istituti, 400 mila euro per la consegna di 1015 iPad e 240 ore di corsi per i docenti.
L’iniziativa, portata avanti dal sindaco per la scuola 4.0, è stata finanziata con investimenti pubblici e ci è stata raccontata nel dettaglio dal primo cittadino del Comune.
Come è stato attuato questo finanziamento?
I soldi investiti sono stati presi dall’avanzo dell’Amministrazione. È come se avessi comprato dei banchi, come se avessi fatto un’aula nuova poiché queste strumentazioni tecnologiche sono diventate un pezzo di scuola. È per questo motivo che ho potuto liberare questi fondi. Abbiamo interpretato i device come un elemento della scuola, indispensabile per studiare. La linea del bilancio che è stata imputata per questa spesa segue gli iter che normalmente si applicano ai lavori pubblici, è una cosa un po’ particolare.
Si parla della prima scuola digitale?
Non siamo i primi in Italia ad aver comprato dei device. Ma siamo il primo Paese che ha fatto un lavoro del genere su intere scuole; gli istituti che utilizzano questo tipo di tecnologia per lo studio hanno solo alcune sezioni. Noi abbiamo fatto una scuola intera. Anzi, tutte le scuole medie di Pioltello.
Pertanto non ci sono state delle selezioni per le scuole. In tutte le scuole della zona si assisterà a questa trasformazione?
Esatto, tutti gli studenti di tutte le scuole medie avranno gli iPad e gli insegnanti saranno sottoposti a una formazione che è già iniziata in queste settimane.
E per quanto riguarda le scuole elementari?
I soldi non bastavano per attuare questa rivoluzione anche nelle scuole elementari. Quindi abbiamo realizzato, alle elementari e anche alle materne, le aule LIM. Nonostante questo, le LIM sono, ormai, delle tecnologie superate, ma gli insegnanti ci tenevano ad averle. Quindi non potendo dare loro gli iPad, gli abbiamo concesso queste aule.
A settembre verranno consegnati gli iPad agli studenti, i ragazzi li useranno come se fossero di loro proprietà?
E’ stato fatto un contratto di comodato d’uso che verrà firmato dai genitori. Quindi sì, l’iPad verrà portato a casa. Lo strumento per cui abbiamo investito tanto non deve stare a scuola a prendere la polvere; è un mezzo indispensabile con cui si fa tutto: si leggono le mail, si naviga in Google, si può giocare, andare sui social network. Deve avere la stessa funzione di un classico device di questo genere. Ora sto parlando di iPad perché è stata Apple a vincere il bando. Un ragazzo che utilizza questo strumento deve sapere che attraverso lo stesso device può fare tutto quello che gli serve, compreso studiare. Ovviamente saranno dotati di alcuni applicativi: inibiamo, per esempio, i siti pornografici. Inoltre, quando si svolgeranno le lezioni, i professori potranno decidere quali programmi potranno aprire gli studenti, impendendo l’accesso ad altri contenuti.
Questo, però, accade solamente durante le lezioni in classe…
Esatto. Il professore sa esattamente in che pagina si trovano tutti gli studenti. Se il professore di scienze chiede agli studenti di aprire Google per vedere le immagini della Terra e un ragazzo naviga liberamente nella rete, viene subito notato. I ragazzi devono usarlo come se fosse un libro, quando sono a scuola. Lo strumento, però, deve essere un mezzo con cui vivere. Oggi viviamo di queste cose. Inoltre Apple installerà su questi tablet delle app particolari dedicate proprio alla scuola.
Parliamo di Apple. Chi ha partecipato al vostro bando e per quale motivo è stato proprio questo marchio a vincere?
Abbiamo fatto un bando in cui chiedevamo 1000 device per studenti e professori, 120 ore di formazione per gli insegnanti e applicazioni particolari per la scuola. Il bando è stato fatto anche con l’aiuto delle scuole che ci spiegavano quali fossero le loro necessità. Con un bando del genere non potevano vincere piccole società, dovevano essere importanti aziende che potessero garantire formazione qualificata per gli insegnanti nonché programmi avanzati. Soltanto quattro o cinque marchi avevano i requisiti per partecipare. Ha vinto Apple offrendo il doppio delle ore di formazione per gli insegnanti.
L’iPad potrà sostituire il libro di testo. Il fatto di scaricare gli eBook è una scelta del professore?
Non era uno dei punti previsti dal bando. Non vi è mai stata l’imposizione per quanto riguarda l’utilizzo o il non utilizzo dei libri cartacei, questa è una scelta della scuola. Abbiamo dato lo strumento, poi sarà il dirigente scolastico a prendere una decisione rispetto all’ipotesi di comprare o meno i libri cartacei. Non possiamo pretendere che il cambiamento arrivi immediatamente, ci sarà sicuramente ancora chi preferirà fare lezioni sui libri cartacei. Noi lo consegniamo per sottolineare un cambiamento storico, siamo convinti che in 4/5 anni le cose potranno cambiare. Ma ovviamente la trasformazione non sarà immediata e non per tutti. Non è solo una questione di eBook. Il bello dell’iPad è che vi si trovano lavori di coding, la logica applicata al computer. I ragazzi imparano a scrivere programmi di coding che è matematica all’ennesima potenza, ma lo fanno in maniera molto semplice, a partire dalla scuola materna. Se un professore di matematica decide di fare coding, al termine dei sei mesi di lezione tutti i ragazzi saranno in grado di fare espressioni di secondo grado senza averle mai studiate perché il coding li ha portati ad avere delle conoscenze tali da permettere loro, quando sarà il momento, di risolvere le espressioni senza difficoltà. Quando sono stata a Londra ho visto classi intere in grado di utilizzare questi strumenti, bambini di 5 anni che mi spiegavano come scrivere questi programmi.
Quali sono le trasformazioni sostanziali che la scuola tradizionale non può dare?
L’iPad ha 55 lingue madri inserite all’interno. Quindi per chi ha disabilità, gravi o meno, per chi è DSA, per chi è discalculico e per chi è straniero – noi abbracciamo tutta questa casistica – è molto utile, perché con l’iPad si trova tutto online. Si può avere qualsiasi libro nella lingua madre e quella italiana, qualsiasi programma adattato per chi è DSA. È come se acquisissimo, all’improvviso, delle potenzialità pazzesche, basta che il professore sappia fartele scoprire. Inoltre vi sono numerosi programmi di realtà virtuale, per i nostri figli sono un gioco, ma in realtà si tratta di strumenti eccellenti di apprendimento. Lo abbiamo visto alla consegna dei device agli insegnanti: ci hanno mostrato come Gutenberg ha inventato la stampa. Con la realtà virtuale viene creata la macchina da stampa e si vede man mano come Gutenberg ha ragionato, si vede come avvenivano le prime stampe. Logicamente qualsiasi bambino affrontando questo tema sul libro poteva solo tentare di immaginarsi come avvenisse la stampa, in questo modo lo si può vedere, vivere. Un bambino capisce immediatamente. Anche per lo studio del corpo umano esistono programmi che entrano all’interno del cuore e mostrano come funziona l’organo. Oppure per geografia, ora sarà semplicissimo visualizzare la localizzazione e attraverso Google Maps scoprire le strade di determinati Paesi. Ciò può impattare sulla conoscenza molto efficacemente, non si possono fare paragoni. Lo studio risulta immediato e non si può più accusare un alunno di studiare in modo mnemonico, tutto viene amplificato. In tutto questo lavoro è indispensabile che i professori siano ben preparati.
Si parla di numerosi aspetti positivi, bellissimi, di una vera rivoluzione nello studio e nella scuola. Ma con questo non si rischia che gli studenti perdano il piacere di scrivere, di sfogliare un libro, di sentirne consistenza e odore?
In questo caso deve essere bravo il professore a farti innamorare di un libro per fartelo leggere. Ad esempio, il professore che ci ha consegnato gli iPad è un docente di greco di un liceo classico. Lui ci ha mostrato come fare lezione di greco con iPad ma questo non vuol dire che non si utilizzi più il vocabolario di greco tuttavia se non trovi un vocabolo, digitandolo nell’app apposita, avrai a disposizione sia la definizione sia il contesto storico e geografico in cui si utilizza. Per le materie umanistiche occorre essere in grado di mixare carta e digitale, per quelle scientifiche, invece, la carta diventa quasi superflua. Un ragazzo deve ovviamente saper leggere e scrivere anche su carta e in maniera tradizionale ma non possiamo andare contro l’evoluzione digitale che, peraltro, rappresenta solo un modo per potenziare conoscenze e apprendimento.
Da dove arriva l’idea di trasformare la scuola in un’infrastruttura tecnologica, avete osservato alcuni esempi?
A Melzo c’è una scuola che utilizza gli iPad da anni e abbiamo conosciuto anche altri istituti che utilizzano device, anche di altri brand, che devono però avere all’interno una sezione educational che si occupi di fornire classi di preparazione per i docenti. Siamo stati alla Apple a Londra nel loro centro educational per vedere cosa facessero. Poi, secondo me è giunto il momento di equilibrare le scuole private e quelle pubbliche, anche queste ultime possono avere il meglio.
Sotto il Comune di Pioltello si trovano anche istituti superiori. Per queste scuole è previsto un piano per la digitalizzazione?
A Pioltello abbiamo l’Istituto Machiavelli, sia liceo classico che scientifico, ma anche professionale, ragioneria e sportivo. Le scuole superiori però sono gestite da Città Metropolitana di Milano, non rientrano quindi nella linea degli investimenti del Comune di Pioltello. Il Comune di Pioltello non si occupa di muri, tetto o pittura delle scuole superiori. Questo rientra negli obblighi di Città Metropolitana. Non potrei sostituirmi nemmeno volendolo. Per le scuole superiori facciamo tante cose, ma certamente non posso spendere i soldi del Comune di Pioltello per iniziative che dipendono da Città Metropolitana e quindi, nel caso, dovrebbero farlo loro. Queste trasformazioni posso attuarle solo nelle mie scuole, ma logicamente si tratterebbe di un investimento molto utile anche per le scuole superiori. Certamente la fascia migliore è quella delle medie, quando i ragazzi imparano a studiare.