di Emanuele Martinelli
Parlare di Smart Land e di Smart City significa affrontare tematiche che da verticali diventano orizzontali, contaminate, interdisciplinari. Sia quando si parla di contesto urbano – qualsiasi sia la dimensione di una città ma a maggior ragione per le aree metropolitane – oppure se si ragiona su un’area vasta territoriale, fatta da piccoli o medi comuni, si deve far necessariamente riferimento a una complementarietà di argomenti; questo a maggior ragione se ci si pongono obiettivi di sviluppo in un percorso prima strategico e poi operativo.
Digitalizzazione e transizione ecologica per definizione sono portatori di contenuti multidisciplinari, dobbiamo però capire come questa necessità di integrare sistemi secondo una visione olistica, possa concretizzarsi in modelli che portino, attraverso processi di co-progettazione, a intercettare risorse europee.
Fondi che viaggiano solitamente su corridoi tematici ben precisi e che cercheremo di comprendere se potranno invece esser concepiti in futuro attraverso punti di convergenza e nuovi nodi.
Elaborare piani che tengano conto di una visione integrata di un territorio, in grado di superare una prospettiva comunale o quella temporale del mandato di un sindaco, dove la contiguità può tradursi in valore o in barriera allo sviluppo; obiettivi su cui il Paese deve necessariamente confrontarsi anche per comprendere se gli strumenti oggi a disposizione delle PA locali sono idonei a questo approccio.
Sempre con l’obiettivo di tradurre strategie e piani di sviluppo a favore di servizi evoluti per cittadini e imprese di riferimento.