Water squares, Rotterdam la prima città

Un modo estremamente innovativo per gestire e raccogliere l’acqua piovana in città. Le cosiddette water squares, piazze in grado di trasformarsi in bacini di stoccaggio.
Il cambiamento climatico con cui ormai quotidianamente abbiamo a che fare necessita di essere seriamente preso in considerazione. In particolar modo, abbiamo bisogno di attrezzare le nostre città a fronte di questo problema, le scelte fatte finora nella progettazione delle metropoli non hanno tenuto conto delle necessità ultime, mutate repentinamente in questi ultimi anni.
In particolar modo la tendenza nella progettazione delle piazze è andata sempre più verso luoghi aridi e asciutti, ambienti pubblici e privati dove lo stormwater fa fatica ad infiltrarsi nel sottosuolo ed essere smaltito, dove le temperature sono sempre più elevate in quando si crea un’isola di calore sempre maggiore, il verde viene spesso relegato e difficilmente riesce a svilupparsi, sono queste le principali caratteristiche delle piazze delle città europee fino a questi anni.
Proprio in queste metropoli sono oggi sempre più frequenti allagamenti con conseguenti danni, che sono ormai la normalità, ma anche l’assenza di risorse idriche nei periodi di siccità.
Le amministrazioni locali si trovano quindi a dover combattere con questo tipo di problematiche, prima tra tutte l’allontanamento dell’acqua piovana in maniera sicura e sostenibile, nonché il tentativo di immagazzinarla per poterla riutilizzare nei momenti di bisogno. Proprio per questo diventa primario progettare soluzioni di intervento in modo da trasformare le nostre città e renderle a prova di cambiamenti climatici e dei danni da essi derivanti, in questo si sta cimentando soprattutto il Nord Europa.
Proprio in queste città l’adattamento delle infrastrutture al meteo riguarda principalmente soluzioni che possano alleviare il sistema fognario, rendendolo meno vulnerabile e ridurre al contempo l’inquinamento idrico ed atmosferico dei nostri territori. Pertanto anche gli interventi su piccola-scala, quali i green-roofs, i rain gardens e le cisterne di raccolta delle acque, possono contribuire in maniera importantissima alla gestione delle risorse idriche. A queste soluzioni progettuali, ormai ampiamente testate nel tempo, si possono oggigiorno affiancare anche le più recenti water squares o “piazze d’acqua”.
Ma cosa sono più precisamente le water squares?
Sono vere e proprie piazze posizionate in luoghi strategici della città, all’apparenza semplici spazi pubblici multifunzionali che in però in realtà, in caso di forti piogge, si trasformano in bacini di raccolta e stoccaggio dell’acqua piovana, cosi da togliere pressione all’impianto fognario e da avere la possibilità di riutilizzare l’acqua recuperata dei momenti di maggiore necessità.
L’idea nasce da un gruppo multidisciplinare olandese DE Urbanistern e dallo Studio Marco Vermeulen, l’intuizione viene sviluppata grazie all’appoggio della municipalità della citta di Rotterdam che si è posta come obiettivo per l’anno 2025 di rendere la città completamente a prova dei cambiamenti climatici.
La strategia fondamentale applicata dai tecnici olandesi è stata quella di legare l’adattamento a tali cambiamenti, alla creazione di realtà urbane dinamiche e attraenti, così da essere anche un forte motore economico per la crescita di una società. Pertanto il denaro destinato alla realizzazione di infrastrutture per la gestione delle acque piovane di tipo tradizionale, spesso nascoste all’occhio del cittadino (come le cisterne ed i bacini sotterranei), è stato rinvestito in progetti per la costruzione di strutture di raccolta ed immagazzinamento delle acque facilmente visibili, tangibili, e al contempo utilizzabili come spazi pubblici vivaci e dal gradevole aspetto estetico. Ciò ha permesso di migliorare la qualità ambientale urbana oltreché di incrementare il senso civico e l’identità della comunità, ottenendone così un doppio beneficio.
Le water squares si presentano come delle aree per il gioco ed il relax che nel 90% del tempo risultano essere “asciutte” ed utilizzabili come qualsiasi altro spazio pubblico tradizionale, mentre nel restante 10%, e in base all’intensità delle piogge, potranno risultare più o meno “allagate”.
Durante le piogge di lieve e media intensità l’acqua verrà semplicemente filtrata ed immagazzinata in bacini di stoccaggio nascosti, così da poter essere riutilizzata in futuro. Al contrario, in caso di forti precipitazioni, la piazza, allagandosi, fungerà da vero e proprio bacino di raccolta e decantazione delle acque, in maniera da gestirne l’immissione nel sistema fognario, evitandone così il suo sovraccarico.
La piazza, a prescindere dal livello di allagamento, risulterà comunque sempre fruibile ed alcuni spazi saranno sempre a disposizione dei cittadini. Gli adulti potranno godere di nuovi e sempre variabili scenari urbani, e i bambini sperimentare nuove forme di gioco con l’acqua. Il ristagno dell’acqua nella piazza ai sui livelli massimi, statisticamente in media una volta ogni due anni, non sarà superiore alle 32 ore per motivi di igiene.
Quest’ultimo è infatti un importante aspetto da considerare. Le water squares sono progettate per raccogliere l’acqua piovana proveniente dai spazi pubblici e dai tetti dei fabbricati limitrofi, però, grazie ad un attento studio delle pendenze del suolo e di canalizzazioni, tale acqua viene preventivamente indirizzata ad un impianto di filtraggio e trattamento nascosto al disotto del terreno (chiamato “water chamber”), in modo da essere immessa nei bacini delle piazze priva dei maggiori e più dannosi inquinanti, garantendo così la salute dei cittadini.
Questa nuova tipologia di spazi pubblici trova la sua prima applicazione con “Bellamyplein water plaza” a Rotterdam del 2012, un’area “allagabile” di circa 300 mq e una capacità di raccolta d’acqua di 750 mc. Successivamente è stata realizzata la “Benthemplein water square”, inaugurata nel Dicembre del 2013, capace di immagazzinare all’incirca 1.700 mc di acqua durante le piogge. Tale piazza, che sorge in una delle zone a maggiore rischio di allagamento di Rotterdam, presenta tre diversi bacini adibiti durante il periodo asciutto a differenti attività quali lo sport, il teatro all’aperto ed il relax. Due di questi bacini raccolgono l’acqua piovana proveniente dagli immediati dintorni in ogni momento, mentre il terzo bacino, di dimensioni maggiori, è progettato per accogliere l’acqua solamente nel caso in cui si corra un reale rischio di allagamento per il quartiere, trasformandosi così in una sorta di piccolo lago e contribuendo alla sicurezza degli abitanti.
L’esempio della città di Rotterdam è solo l’inizio di un nuovo approccio progettuale per creare città resilienti e più sicure, tant’è che attualmente progetti analoghi sono in fase di studio e di sviluppo per l’area Sunghei Sembawang di Singapore, per le città di Copenhagen (Danimarca), Ho Chi Minh (Vietnam) e New Orleans (USA).