Quando si parla di terreni agricoli estremamente vasti si incappa inevitabilmente anche nello spreco dell’acqua, dei pesticidi e dei fertilizzanti; rimane però un elemento fondamentale alla base, ossia che tutte le piante devono riceve lo stesso trattamento, sia che ne abbiano bisogno sia che non lo necessitino.
Gli agronomi si stanno quindi concentrando per trovare una soluzione a questo problema, adattando gli interventi alle singole piante, si parla di precision farming che permette di effettuare interventi mirati nel momento opportuno, ossia tenendo conto della giusta quantità e delle condizioni di effettiva necessità per la pianta, elemento che non è tenuto conto ad oggi dall’agricoltura nazionale.
Ora, individuare le singole esigenze di ogni pianta richiederebbe una mole di tempo e lavoro decisamente troppo elevato, ed è proprio qui che possono intervenire i robot.
Il progetto di ricerca europeo Pantheon ha creato un prototipo in grado di muoversi in maniera del tutto autonoma e di effettuare misurazioni sulle singole piante. I dati vengono raccolti con uno scanner laser per la ricostruzione geometrica 3D. In un secondo momento, attraverso le immagini multispettrali e ad alta risoluzione scattate dagli apparecchi fotografici, viene effettuata quindi una valutazione fisico sanitaria delle piante.
I robot a questo punto inviano i dati raccolti ad un sistema informatico centralizzato, ideato anch’esso nell’ambito di Pantheon. Immaginato come un’interfaccia che vada in aiuto agli agronomi fornendogli tutto il necessario, dai dati meteo alle informazioni dettagliate sulle condizioni delle piante. Si prevede che addirittura sarà possibile arrivare ad avere una visualizzazione 3D dell’albero e i relativi interventi suggeriti, quindi se sia da potare, da concimare, da irrigare etc. Sarà inoltre possibile accedere a tutta la storia passata dell’albero, quindi gli interventi che sono stati fatti su di esso.
Gli ingegneri utilizzano tecnologie di motion capture e algoritmi per lo spostamento autonomo per rendere il robot il più preciso possibile. Uno degli obiettivi fondamentali è quello di far usare al robot un pennarello particolare in modo che sia in grado di segnalare i rami che devono essere potati. La potatura andrà sicuramente eseguita ancora manualmente ma avere l’impatto visivo di quali rami sono da tagliare e quali no renderà il tutto molto più semplice.
I ricercatori dell’Università di Bruxelles e dell’Università di Trier stanno anche lavorando su un drone che dovrebbe permettere di determinare rapidamente dall’alto la necessità di un terreno di essere irrigato, oltre che individuare eventuali malattie e parassiti.
I ricercatori ci tengono però a precisare che i robot non sostituiranno la manodopera umana ma si faranno carico di quella attività alienanti e ripetitive, riducendo inoltre l’emissione di sostanze inquinanti.