SmartItaly Goal: conoscere e condividere per gestire

I tempi attuali ci stanno inevitabilmente portando verso un modo di vivere noi stessi e i contesti urbani che potremmo definire a nostra “immagine e somiglianza”, più intelligenti o come si usa dire più smart.
Tecnologie, dati, soluzioni digitali, piattaforme, algoritmi e indicatori rappresentano oggi il motore e la chiave di volta per trasformare città e territori in contesti strategicamente e intelligentemente gestiti. Il dato, la sua elaborazione in informazione e servizi rappresentano il punto di partenza per amministratori, cittadini ed operatori, per realizzare il loro ideale di Smart City. Solo attraverso lo scambio di dati e informazioni è possibile predisporre e progettare interventi che migliorino i processi gestionali di quelle infrastrutture che sono strategiche per la rigenerazione urbana intelligente, processi che potenziano servizi e prestazioni, rendendo così le infrastrutture più efficienti, efficaci ed attuali.

 

Le piattaforme oggi utilizzate per raccogliere i dati, paiono al momento non sufficientemente adeguate rispetto allo sviluppo di un processo integrato che ne preveda invece la possibilità di scambiare informazioni in tempo reale, anche tra le utility stesse. Proprio la mancanza di dati e lo scambio ed integrazione delle informazioni tra aziende, gestori, amministrazioni e “mercato” ha rappresentato, fino ad oggi, l’ostacolo maggiore allo sviluppo e attivazione di veri e propri progetti riqualificativi smart.

Al momento sembra che le effettive potenzialità ed opportunità che possono derivare dalla libera circolazione e scambio delle informazioni non siano state ancora pienamente percepite, comprese o intraviste, evidenziando che il problema di base alla realizzazione di contesti smart è oggi più culturale che tecnologico. Manca una vera e propria visione strategica o meglio una strategia nazionale che guidi il processo rigenerativo verso il risultato voluto e che ha condotto ENEA alla necessità di avviare un vero e proprio Programma Nazionale, avviato con la scorsa legislatura e con il lancio del Progetto SmartItaly Goal. Programma e Progetto che partono da una proposta di Piano nazionale per il data management delle smart city, obiettivo ambizioso e dalle evidenti complessità a livello economico, temporale e culturale; l’India che ha previsto di realizzare 20 città smart con una spesa di 60 milioni di euro ne è un esempio in merito alla quantificazione degli investimenti.
L’interesse ENEA è oggi focalizzato sia sulla visione strategica ma soprattutto sull’idea di pervenire ad una effettiva realizzazione, ossia un Progetto italiano realmente finanziato, un Progetto che innesti una sorta di reazione a catena e contribuisca ad un’evoluzione generale in chiave smart.

 

L’auspicio quindi è che l’unione dei partner di ENEA riesca a generare un framework con l’obiettivo di creare una sorta di percorso facilitato per costruire la smart city italiana. Un percorso che ENEA vede strutturato in quattro diverse fasi:

  1. Pre-analisi: la città viene analizzata in modo da comprenderne la struttura, le sue possibilità, per iniziare a realizzare un progetto funzionale ai suoi bisogni, che ancora non scenda nei dettagli, ma che si ponga come base per creare un documento che apra l’accesso alle gare. Un documento che faccia emergere le esigenze primarie della città dove si vuole andare a intervenire.
  2. Progettazione: la seconda fase è rappresentata dall’insieme di informazioni su cui elaborare un progetto formale. Si parte quindi da un insieme di idee per arrivare a creare un documento che verrà in seguito messo a gara.
  3. Realizzazione: per questa fase è stata architettata una struttura di riferimento caratterizzata da una serie di tool che permettano di produrre documenti da mettere a gara. Ci riferiamo a degli urban data set che prevedano le modalità con cui la città deve essere monitorata. Questo rappresenta il “prodotto” e una volta ottenuto quest’ultimo sarà possibile iniziare un percorso di assegnazione rivolto alle aziende, procedure con le quali aprire un dialogo competitivo con le stesse sulla base di percorsi che permettano alla città di utilizzare i bandi.
  4. Monitoraggio: in quest’ultima fase una volta che l’azienda – o un insieme di queste – vanno a formare un’infrastruttura per l’ecosistema cittadino, viene introdotto l’utilizzo di una piattaforma da noi sviluppata e che riceve i dati da tutte le infrastrutture locali in modo da poter procedere con una comparazione, un qualcosa che richiama il Pell (Piattaforma ENEA per la raccolta, gestione, integrazione, elaborazione, e valutazione dei dati strategici dell’infrastruttura della Pubblica Illuminazione e replicabile ad altre infrastrutture urbane “chiave”) ma sviluppato per l’intera città, non limitandosi ai singoli domini verticali.

Per tale ambizioso obiettivo ENEA si impegna a seguire sia l’azienda che il comune che hanno deciso di adottare questa procedura per verificare e convergere sul percorso, assicurandosi che tutto proceda nel migliore dei modi.
L’auspicio è che ENEA sia in grado di portare avanti questo Progetto che, se sviluppato e supportato economicamente, potrà essere presentato al Governo e potrà, altresì, aprire varchi per finanziamenti ministeriali o europei.

 

Nicoletta Gozo

 

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