Energia e innovazione. Serve oggi più una rivoluzione che una transizione

Di Emanuele Martinelli

 

La Russia ha attaccato l’Ukraina, i primi giorni di guerra sono stati devastanti, con ripercussioni impressionanti sui cittadini, sulle città. Un fatto che gli esperti proiettano sui temi energetici naturalmente, con analisi relative all’Europa e quindi al nostro Paese. Si pensa di nuovo al carbone per ridurre l’utilizzo di gas importato dalla Russia, e in ogni caso la complessità del tema ha fatto emergere tutte le criticità, in termini di dipendenza, che in particolare il nostro Paese ha mostrato negli anni. Non tanto in termini di sicurezza degli approvvigionamenti, che sono sempre stati garantiti; ma in termini di progressiva riduzione della dipendenza il tema è rimasto perennemente aperto. A questo punto la rivoluzione energetica in Europa può ufficialmente prendere il via, partendo dal dato di base che le importazioni di fossili dell’UE sono aumentato del 70% tra dicembre 2020 e dicembre 2021, raggiungendo 380 miliardi di euro, pressappoco la cifra stimata dalla Commissione Europea per investimenti in energia pulita nella valutazione d’impatto sugli obiettivi 2030.

Vedremo nelle prossime settimane se in parallelo a un piano emergenziale difensivista si darà il via a un mix radicale rappresentato da efficienza energetica, energie rinnovabili, accumuli, pompaggi, smart grid, integrazione tra le infrastrutture, digitalizzazione.

Dal mondo utility giungono messaggi chiari sulla possibilità di arrivare a 60.000 MW di rinnovabili in tre anni; inoltre entro il 2030 la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti urbani e agricoli potrebbe passare da 1 a 10 miliardi di metri cubi; come peraltro l’efficienza energetica potrebbe diventare fattore chiave con una riduzione dei consumi che si stima potrebbe arrivare a circa il 60% in pochi anni.

Per tutto questo è vero che serve semplificare le procedure, ma soprattutto serve più coraggio da parte della politica; che ha tutto il supporto di un ricco alveo di competenze solide in grado di fornire un quadro tecnico chiaro con costi benefici corretti per quanto riguarda più soluzioni. Per esempio in merito a digestori anaerobici, parchi eolici da installare anche a 65 km dalla costa, impianti solari; o per la diffusione di comunità energetiche di cui sempre più si parla. Di sicuro dobbiamo accelerare, e tutta la ricerca italiana è a disposizione per questa necessità, i cui connotati sanno più di una rivoluzione che di una transizione.