Città ad economia circolare, è questo l’obiettivo da perseguire

Una svolta circolare all’economia è sempre più necessaria. Secondo il World Economic Forum, non solo rappresenterebbe un toccasana per l’ambiente ma porterebbe anche alla creazione di 117 milioni di posti di lavoro, generando opportunità di business per 3mila miliardi di dollari.

Il Piano Nazione di Ripresa e Resilienza voluto dal Governo Draghi punta molto sull’economia circolare, una delle mission principali è infatti quella della Rivoluzione verde e transizione ecologica, per la quale sono previsti 7 miliardi di euro di investimenti destinati alle imprese verdi ed economia circolare. Se il modello circolare si sta consolidando nella gran parte dei comparti produttivi, appare urgente una sua declinazione anche nel contesto urbano, a sua volta in profonda trasformazione. Le città in cui viviamo sono responsabili del 75% delle emissioni di gas a effetto serra, oltre a essere la principale causa di consumo di terra e di acqua.

Le previsioni dell’Oxford Economics parlano di 9 miliardi di popolazione urbana entro il 2040 e il 65% di queste, circa 6 miliardi, vivrà in aree urbane. La non sostenibilità delle città è, chiaramente, un problema che senza un intervento rapido è destinato a rappresentare una grave minaccia per le persone e per il pianeta stesso. Gli abitanti delle città cresceranno al ritmo di 80 milioni di persone l’anno: un tasso troppo rapido per poter essere sostenibile alle attuali condizioni. Anche perché il mercato immobiliare tradizionale, da solo, contribuisce alla produzione delle emissioni di gas per il 41%: più dell’industria e dei trasporti. Oggi le città consumano oltre il 75% delle risorse naturali e producono il 50% dei rifiuti a livello globale, con 7 città su 10 che già scontano gli effetti del cambiamento climatico. Peraltro, uno studio della Fondazione Ellen MacArthur, mostra che il passaggio alle energie rinnovabili impatterà solo per il 55% sulle emissioni nocive, il restante 45% dipende dal modo in cui produciamo e utilizziamo prodotti e alimenti. E le città, in questo, giocano un ruolo fondamentale.

Occorre quindi un cambiamento che attivi la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: le istituzioni, le imprese, i cittadini. A questo proposito è nata l’iniziativa di innovazione che coinvolge Cariplo Factory e Intesa Sanpaolo Innovation Center, Circular Economy Lab. Il tentativo è supportare questo percorso trasformativo con la partecipazione di diversi target, come successo con Hacking the City | Design a Circular Future, il primo hackathon realizzato da Tondo – organizzazione no-profit internazionale operante nel settore dell’economia circolare. Questo progetto ha visto lavorare insieme studenti universitari, neolaureati e dottorandi provenienti da diverse università italiane e grandi aziende, dando loro la possibilità di confrontarsi e discutere sulla base di idee concrete, per costruire una città circolare a prova di futuro.

Lo scalo Greco-Breda

Per rispondere alla domanda di cambiamento che le città necessitanoo, mai come in questo momento, è importante non solo supportare la trasformazione culturale, ma anche favorire lo sviluppo e la sperimentazione di modelli innovativi per arrivare a stabilire nuovi stili di aggregazione, mobilità e consumo. Modelli in grado di stimolare l’attivazione di una comunità resiliente e coerente con i principi dell’economia circolare. Un esempio è Innesto, il primo progetto di housing sociale, comprensivo di spazio di coworking, Zero Carbon in Italia, che si è aggiudicato il concorso internazionale “C40 Reinventing Cities” per la riqualificazione dell’area Scalo Greco-Breda a Milano. Attraverso la ricucitura dei quartieri circostanti lo Scalo Greco-Breda permetterà di realizzare la prima iniziativa di housing sociale italiana a zero emissioni. Questo sarà possibile grazie a una componente hardware, l’utilizzo di tecnologie costruttive innovative e sostenibili e a una componente software, vale a dire un nuovo modo di gestire gli spazi di una comunità, in coerenza con i valori inclusivi e partecipativi del modello circolare.

Il Circular District è solo punto di partenza ma è sicuramente un primo passo nella giusta direzione dell’economia circolare.