Persone, Smart Land e Smart City: lavorare sempre a casa no, lavorare vicino a casa sì

a cura di Emanuele Martinelli
In questo momento di potenziale fertilità progettuale si potrebbe partire dalla fine – e cioè dalle Persone – per riconcepire in progress un’analisi dei bisogni a breve, medio e lungo termine.
Dalla fine perché per anni quando abbiamo parlato di Smart City il pensiero è andato molto all’innovazione tecnologica e poco a cosa stava succedendo nel frattempo agli abitanti di città e territori, cioè a tutti noi. Il covid anche in questo caso ci ha spinto a riflettere su spostamenti, decentralizzazione o nuovi centri, a revisione del concetto di sharing e via dicendo. Attraverso un bisogno contingente, quello di dover necessariamente lavorare da casa, si è capito per esempio che non si potrà sempre lavorare “a casa” ma che sarà utile lavorare “vicino a casa”. A 15 minute walk city, crediamo non sia solo il nuovo mantra lanciato da Milano e da una serie di città europee per riportare le persone in città. Dal nostro punto di vista si tratta di una prospettiva di valore anche per chi vive in campagna, al mare o in montagna. Ripensare ai quartieri, ma pure rivitalizzare alberghi chiusi da anni in montagna (grazie alla speculazione edilizia degli anni ottanta, ma questo è un altro fatto), ripensare ad ambienti di co-working di prossimità, con servizi a costi accessibili, obbliga a un ripensamento degli spazi, della mobilità, del rapporto tra pubblico e privato; per costruire una nuova socialità, creare opportunità di reale scambio tra aziende e professionisti, ridare dignità a quartieri o territori che hanno perso di valore e identità.
È un auspicio, ma è il momento di osare e di tradurre i bisogni in progetti e quindi in realtà. La divisione dello spazio lavorativo da quello personale, da dedicare alla famiglia ai figli ai propri interessi hobby o al far niente; è il tema dello sviluppo delle persone e quindi della società che vogliamo torni a contare. Non solo attendiamo fiduciosi, ma diamo tutti il nostro contributo con forza e passione, mettendo ognuno le proprie idee e competenze (termine che inizia a diventare obsoleto e antipatico quasi quanto smart city…). Confidando sulla certezza del fatto che lavorare da soli a casa rimanga uno stato emergenziale.