Rinnovabili, obietti europei raggiunti nel 2020. Ma siamo solo all’inizio

Di Emanuele Martinelli

 

Lo scorso 19 gennaio sono stati pubblicati i dati Eurostat relativi al pacchetto 20-20-20, quindi riferiti anche alla produzione di rinnovabili in Europa. È bene rilevare che la quota è stata superata del 2% (22%); 26 membri, compresa l’Italia (20,4%), hanno contribito a questo importante risultato con una particolare menzione per Svezia (60%), Finlandia (44%) e Lettonia (42%) che hanno investito su sistemi paese sempre più sostenibili; al contrario, è bene rilevare che la Francia è rimasta sotto la soglia concordata.

Eolico (36%) e idrelettrico (33%) hanno generato oltre i due terzi di elettricità da rinnovabili; da sottolineare la crescita del fotovoltaico che forniva nel 2008 solo l’1% di energia con 7,4 TWh cresciuta nel 2020 fino a 144,2 TWh. Interessante evidenziare che oltre un quinto dell’energia utilizzata per la climatizzazione domestica in Europa è stata prodotta con rinnovabili, le quali hanno avuto un impatto del 10,2% anche sui trasporti, attraverso l’utilizzo di biocarburanti liquidi, idrogeno, biometano e altre fonti.

Questi obiettivi sono oggi sufficienti per un traguardo che deve andare nella direzione di un’Europa dell’energia autosufficiente e a reti sempre più integrate? Certamente no, ma si tratta di dati utili a comprendere che un processo virtuoso si è avviato; e che si dovrà procedere velocemente in termini strategici e operativi per la sostenibilità ambientale, economica e sociale relativa allo sviluppo di città e territori. Quando parliamo di rinnovabili parliamo di smart grid in grado di gestirle; di smart meter capaci di fornire dati non solo fiscali per comprendere consumi e avere informazioni su nuovi servizi da attivare. Significa far evolvere un modello di generazione distribuita che avrà bisogno sempre più di piattaforme di monitoraggio per gestire adeguatamente la transizione in atto. Ambiti che vedono la divisione Smart Energy di ENEA particolarmente attiva con un patrimonio di conoscenze e tools al servizio di PA centrali e locali che necessariamente dovrà essere affiancata da un mondo di privati. I dati provenienti da Eurostat sono dunque incoraggianti, ma per quanto riguarda i bisogni reali di un continente con evidenti criticità in termini di sostenibilità, siamo solo agli inizi.