Roma smart city: da macchina amministrativa a città piattaforma

168 progetti in cantiere, 81 già avviati con oltre 200 milioni di euro di investimento complessivo, sono solo alcuni dei numeri inerenti al Piano Roma Smart City promosso dall’amministrazione capitolina per ridisegnare i servizi digitali e migliorare la qualità della vita dei propri cittadini. Un’accelerazione comune a più città italiane e che ben si inserisce nel solco lasciato dalla pandemia Covid-19 e dalle nuove necessità ad essa connesse, come già rivelato dall’annuale indagine ICity Rank 2020 condotta da Forum PA che ha analizzato le performance dei 107 comuni capoluogo, basandosi su 8 indicatori aggiornati al 2020: accessibilità online dei servizi pubblici, disponibilità di app di pubblica utilità, adozione delle piattaforme digitali, utilizzo dei social media, rilascio degli open data, trasparenza, implementazione di reti wifi pubbliche e tecnologie di rete intelligenti. Emerge un livello di digitalizzazione in crescita, con alcuni esempi molto avanzati. La città di Roma, in modo particolare, ha compiuto nell’ultimo anno un passaggio dalla 15° alla 4° posizione del rating, vantando un primato riguardo servizi pubblici online, piattaforme abilitanti e app municipali. Un dato che non sorprende se si considera che a partire da marzo del 2019, il Dipartimento Trasformazione Digitale ha avviato un percorso strutturato per portare la città ad essere una smart city, ossia per permetterle di compiere quel salto volto ad interpretare l’innovazione digitale e inclusiva, facilitando la qualità della vita dei propri cittadini.

Due quindi le parole chiave della trasformazione in atto: dati e servizi. Un ecosistema interconnesso e complesso che si avvale necessariamente della partnership fra pubblico e privato allo scopo di sfruttare le risorse per l’erogazione di servizi sempre più mirati. Da ”macchina amministrativa” a “città piattaforma”: con il Piano Roma Smart City, la Capitale punta a diventare una infrastruttura digitale basata su una rete di ecosistemi verticali, ciascuno con le proprie funzioni e le proprie competenze amministrative, in grado di dialogare tra loro e dotati di piattaforme abilitanti a livello nazionale.

A regolare il tutto vi è Roma Data Platform, un sistema studiato per analizzare i dati interni ed esterni alla capitale che verranno utilizzati per favorire la promozione turistica ed economica, ma anche per compiere un passo avanti in termini di sicurezza e funzionalità. Un meccanismo che segna uno degli sviluppi più intraprendenti del documento pragmatico esposto dalla giunta che andrà ad integrarsi con gli altri strumenti di monitoraggio e analisi verticali su necessità specifiche della città: Star, Life-Diademe – Qr Code.

Con Star si punta a compiere una vera e propria mappatura della situazione stradale della Capitale, comprensiva delle anomalie, così come delle opere di ordinaria amministrazione. Life Diademe si concentra sul risparmio energetico dell’illuminazione pubblica, ma anche traffico, inquinamento acustico e atmosferico. Un progetto per altro già in fase di test nel quartiere Eur e che porterà a una riduzione del 30% del consumo sul lungo periodo. Per offrire un servizio di orientamento e approfondimento, necessario ai turisti, si è pensato invece Qr Code, ossia la segnaletica digitale agibile tramite smartphone, che troverà collocazione in ogni punto di interesse storico o artistico della città.

“Roma è una città su cui investire, in cui investire” – queste le parole della Sindaca Virginia Raggi nel presentare i progetti per il prossimo futuro – “per questo stiamo lavorando alla trasformazione della nostra Capitale: vogliamo rendere la città orizzontale, intelligente, globale, inclusiva, sostenibile, verde, attrattiva, competitiva, condivisa. Per farlo stiamo sviluppando progetti per il territorio di lungo respiro in alcuni grandi settori fondamentale per il futuro”.