Il contributo di Enel x per il tavolo Cahier de Doleances

Il  tavolo di lavoro Cahier de Doléances nell’ambito del progetto ES-PA e SmartItaly Goal intende suscitare l’attenzione su determinati temi allo scopo di un efficientamento in ottica smart city dei nostri territori. Enel x, chiamato a partecipare al tavolo di lavoro ha espresso in un documento tre punti su cui porre l’attenzione di ENEA e degli altri soggetti coinvolti. 

 

1.1 TARIFFA ENERGIA ELETTRICA AD USO IP

Come noto, la tariffa dell’energia elettrica ad uso IP appartiene alla categoria di tariffe di tipo agevolato che prevede un costo €/kWh inferiore a quella per altri usi BT, sia perché è sprovvista della formula polinomia (non ha la componente della quota potenza) sia perché è utilizzata nelle ore notturne. Per questo motivo, solo gli impianti IP possono essere asserviti ad un contratto di fornitura EE ad uso e sono escluse altre tipologie di impianti.
Non contestando il principio che determina l’assunto di cui sopra, con l’avvento dei bandi integrati IP + Servizi Intelligenti, sono emersi via via dei problemi circa l’alimentazione di questi ultimi con la necessità di installare un certo numero di misuratori di energia elettrica dedicati con inevitabile aumento dei costi. Volendo illustrare dei casi specifici, Enel X di recente si è aggiudicata una gara per il servizio IP e l’installazione di sistemi intelligenti quali Video sorveglianza, WIFI, adattiva ecc… in 4 Comuni della Lombardia ed in fase di progettazione esecutiva le ricognizioni dei nuovi punti di prelievo di energia elettrica per l’alimentazione degli apparati smart è risultata essere di circa 60 nuovi misuratori, con costo medio unitario di circa 700€, senza considerare le opere edili. Si aggiunga che in fase di predisposizione dell’offerta tecnica – economica di gara, la determinazione dei costi di detti servizi è di difficile determinazione in quanto i punti di installazione vengono stabiliti solo a valle dell’aggiudicazione.
Si aggiunga che nel bando in questione, per ciò che concerne i servizi smart è prevista la sola installazione e la messa in servizio ma non il servizio di gestione che rimarrà in capo all’Amministrazione. Sulla base di questo assunto, l’operatore economico che partecipa alla gara considera inevitabile che i costi allacciamento alla rete elettrica, e quindi l’installazione dei contatori, debba essere necessariamente sostenuta dell’Amministrazione ma, nella grande maggioranza dei casi, la stessa AC considera tali costi a totale carico dell’aggiudicatario. Diversamente, nel caso in cui anche il servizio di gestione dei sistemi intelligenti risulti essere in capo all’operatore aggiudicatario è corretto che i costi di allacciamento siano in capo a quest’ultimo.


Da quanto sopra si apre un capitolo per ciò che riguarda che i bandi di gara.
Sarebbe opportuno che nelle linee guida, fosse specificato che nel caso in cui siano previste infrastrutture smart da installare ma il relativo servizio di gestione e manutenzione rimane in capo al Comune, tutti i costi di allacciamento alla rete elettrica devono rimanere a carico dell’Amministrazione contraente e quindi nel quadro economico di gara dovranno essere previste delle adeguate somme a disposizione all’uomo.
Arrivando al nocciolo della questione, sia che l’operatore aggiudicatario debba realizzare ma non gestire oppure realizzare e gestire gli impianti intelligenti, emerge il problema a cui vorremmo proporre una soluzione, ossia la possibilità di alimentare i servizi con gli stessi contatori con cui si alimenta la IP.
Infatti, in un’ottica di sistemi integrati IP+Smart City vanno via via prendendo sempre più spazio e dove si considera l’infrastruttura IP propedeutica a veicolare ulteriori servizi utili alla cittadinanza, ha senso sviluppare progetti che presentano ridondanze dal punto di vista dei sistemi di alimentazione? Tra l’altro, con i recenti CAM si è introdotto il concetto di bilancio materico teso a dimostrare l’uso efficiente delle risorse per la realizzazione e manutenzione dei manufatti impiegati nel servizio oggetto di progettazione.
La proposta che si desidera portare all’attenzione di ENEA e degli altri soggetti coinvolti è questa: prevedere per ogni singolo POD, per il quale deve essere previsto adeguato monitoraggio (PELL) di tutte le grandezze elettriche del caso quali tensione, corrente, potenze di linea e di fase, energia attiva e reattiva di fase e di linea, la possibilità di collegare eventuali servizi smart city i cui assorbimenti elettrici non superino una percentuale dei consumi totali (5%?) del POD stesso.
Le alternative sono due, entrambe onerose: la prima è già stata descritta sopra, ossia installare un contatore per ogni singolo servizio intelligente (a volte anche per una sola telecamera), l’altra è convertire la tariffa da uso IP ad altri usi BT con un inevitabile e insostenibile costo energetico per l’operatore aggiudicatario.

 

1.2 MISURAZIONE CONSUMI ELETTRICI IMPIANTI PROMISCUI E PROCEDURA RICHIESTA TEE

Con questa nota si vuole introdurre una problematica che si presenta costantemente in alcune aree geografiche italiane. Nello specifico Piemonte, Lombardia, Liguria ed in alcune zone del
sud. Nelle aree suddette è particolarmente presente il fenomeno degli impianti promiscui elettricamente e meccanicamente con quelli del distributore, ossia caratterizzati dalla mancanza di linee elettriche di alimentazione dedicate alla IP e quindi senza la presenza fisici di misuratori per l’energia elettrica.
Chiaramente, nell’ambito di una totale riprogettazione in un contesto come quello sopra descritto è auspicabile, oltre alla riqualificazione ed efficientamento, anche mettere a norma gli impianti di illuminazione pubblica prevedendone anche la separazione, quanto meno elettrica, da quelli del distributore. Questo permettere di rendere indipendenti gli impianti IP con appositi (e nuovi) misuratori dell’energia e la ritesatura aerea o interrata di nuove linee elettriche con la possibilità di installare dispositivi di monitoraggio e telecontrollo di tutto il parco impianti.Tuttavia, questa tipologia di investimenti, che per loro natura sono da considerarsi “improduttivi”, risultano essere particolarmente onerosi e non sempre si riesce a raggiungere l’ottimo in termini di spromiscuamento delle reti. Sovente accade che per motivi tecnici (impossibilità di scavare o tesare nuove linee) ed economici (eccessivi costi per opere edili) rimangono centri luminosi non direttamente connessi a punti di prelievo dell’energia indipendenti. Pertanto, in questi casi, spesso si decide di lasciare inalterata la situazione ante. Va da sé che per ciò che concerne il monitoraggio dei consumi, installare un meters per ogni singolo punto luce non trova una giustificazione tecnica ed economica.
Bisogna prevedere (o ideare) una metodologia che, pur consentendo il monitoraggio dei punti luce indipendenti, preveda anche di tener conto dei consumi dei centri luminosi non indipendenti. Chiaramente, il dato energetico di questa tipologia di impianti è da considerarsi flat nel corso del tempo in quanto l’algoritmo di calcolo è fissato dall’ Autorità e tiene conto della potenza lorda installata (Pnominale+Paccessore+Pperdite di linea) per il numero delle ore annue CONVENZIONALI di funzionamento.
In sostanza si propone di sommare questo dato energetico a quelli che in fase dinamica vengono trasferiti al PELL.

 

1.3 PROCEDURA RICHIESTA TEE

Il terzo tema, strettamente collegato a quello precedente, che intendiamo sollevare è quello della procedura per richiedere i titoli di efficienza energetica, con particolare applicazione al Servizio Luce 4 di Consip. Come noto, in SL4 è fatto obbligo del Fornitore attuare la richiesta dei TEE al GSE e di retrocederne il 50% del valore all’Amministrazione che aderito alla Convenzione Consip.
I problemi che intendiamo evidenziare sono essenzialmente 3, uno di ordine tecnico, uno di ordine economico ed uno di ordine politico.


Iniziando dal primo, ricollegandosi a quanto detto al punto precedente, qualora un Comune in cui ricadono impianti promiscui intendesse aderire al SL4, il Fornitore in base a quanto stabilito dai DM sui TEE, dovrebbe procedere ad un monitoraggio, ANTE riqualificazione, dei consumi energetici con appositi strumenti di misura. Per quanto sopra descritto è tecnicamente impossibile negli impianti non elettricamente indipendente.
Il secondo problema, economico, nasce sempre dall’applicazione delle linee guida per la richiesta TEE e riguarda il periodo obbligatorio in cui il fornitore deve necessariamente procedere alla misurazione dei consumi ANTE riqualificazione. Le sopra richiamate linee guida impongono una misurazione ANTE di almeno 1 anno, oppure 3 mesi se ricorrono determinate condizioni. Nel caso di COnsip con durata della Convenzione da 6 o 9 anni, tenere bloccati i lavori di efficientamento energetico per i range temporali di cui sopra, significa portare in squilibrio finanziario le commesse con serie conseguenze per il Fornitore.
Da ciò ne deriva anche una questione di carattere politico (terzo problema): il cliente, una volta aderito al servizio, chiaramente spinge affinchè il Fornitore esegua i lavori nel più breve tempo possibile, soprattutto se è nell’imminenza della scadenza del mandato. Proponiamo dunque di poter incontrare Consip insieme ad altri aggiudicatari del Servizio Luce 4 e di poter discutere sull’ argomento promuovendo ipotesi meno stringenti.

 

Per approfondire il tema, ti invitiamo a partecipare al tavolo di lavoro di SmartItaly Goal sul tema e segnalare eventuali segnalazioni tramite il forum preposto sul sito.