Interoperabilità, concetto chiave per la gestione intelligente di città e territori

Intervista a Gabriele Ciasullo, Responsabile Servizio Banche dati e Open Data AgID

Di Emanuele Martinelli e Martina Ginasi

 

 

Dottor Ciasullo, possiamo ripercorrere brevemente i passi salienti del progetto PELL-IP, considerato naturalmente dal vostro punto di vista?

Si tratta di un progetto che sin dalle sue origini si è dimostrato estremamente interessante. Enea, venuta a conoscenza dell’attività che stavamo seguendo in collaborazione con il Mise riguardo al progetto SINFI, Sistema Informativo Nazionale Federato delle Infrastrutture, si è avvicinata ad AgID per meglio conoscere il tipo di attività su cui eravamo impegnati, con particolare riferimento agli aspetti di geolocalizzazione del modello dati.

Abbiamo quindi condiviso l’esperienza di quel progetto, di competenza del MISE, rappresentando in particolare il ruolo di AgID per la definizione del modello dati in ottica di informazioni georeferenziate, coerenti con il contesto di normazione tecnica già in essere sia a livello nazionale che comunitario.

L’idea alla base dello sviluppo del PELL-IP è quella di un modello dati utilizzato da tutti coloro che assumono la gestione dell’illuminazione pubblica, sia un comune sia un concessionario; un paradigma comune di riferimento che permetta una migliore gestione degli asset grazie alle numerose informazioni a disposizione. Fin dall’inizio, l’idea non era quella legata al semplice efficientamento energetico ma quella di una diversa modalità di gestione dell’illuminazione pubblica, sia da parte dei comuni che delle Esco o delle aziende manutentrici. Non si parlava quindi di mera sostituzione di apparecchiature ma di una vera e propria nuova modalità di gestione del settore, consapevole, capace di un salto di qualità in termini di supporto alle decisioni amministrative.

Abbiamo messo quindi a disposizione la conoscenza dei dati georeferenziati e una matrice di informazioni già presenti nei database topografici delle singole Regioni, quelle del Sinfi appunto, quelle relative alle infrastrutture del sottosuolo e quelle dei punti luce dell’illuminazione pubblica, dove la maggior parte degli oggetti si trova in superficie.

È emerso quanto fosse fondamentale pensare in termini di interoperabilità tra sistemi, legare quindi concettualmente le informazioni di più fonti informative, residenti in sistemi diversi, gestite da soggetti diversi affinché fosse poi possibile, per ENEA, implementare una piattaforma che, adottando in pieno il modello concettuale e il modello dati definito, realizzasse un reale e concreto processo di interoperabilità.

A questo punto la piattaforma PELL-IP rappresenta un sistema di dati che possono aiutare a migliorare la gestione del territorio, agevolando altresì processi di data driven a supporto alle decisioni.

 

Il piano di digitalizzazione del paese potrà aprire un mercato di servizi sempre più evoluto.

Certo, il SINFI ne è un esempio: il sistema nasce a seguito della implementazione di quanto previsto dalla direttiva europea sulla banda larga e ultralarga (Direttiva 2014/61/UE del 15 maggio 2014) ma, per effetto della definizione di un modello dati che sfrutta  ed è interoperabile con altre risorse del territorio disponibili presso le Regioni (i c.d. database geotopografici), consente una conoscenza specifica delle infrastrutture, una gestione ordinata delle stesse, e una pianificazione degli interventi, consentendo quindi possibilità ulteriori per sviluppo di servizi evoluti.

 

Si parla sempre più di dati rilevati da infrastrutture diverse, dalla mobilità all’idrico per esempio, che consentano alle Pubbliche Amministrazioni locali di intervenire in modo strategico sul proprio territorio; da questo punto di vista AgID può rivelarsi un partner fondamentale.

L’esempio del SINFI e del PELL-IP sono illuminanti da questo punto di vista. AgID naturalmente non agisce in via autonoma, ma in collaborazione con le amministrazioni che sono deputate alla gestione del dominio e delle piattaforme di riferimento; le esperienze citate ci consentono di poter dire che si ottengono ottimi risultati attraverso una cooperazione con le amministrazioni responsabili di quel particolare dominio. AgID non è il titolare del progetto ma fornisce un supporto fondamentale in termini di definizione del modello dati e di comunicazione tra le parti, applicando regole già definite a livello nazionale, come appunto quelle relative ai database geotopografici, ed europeo come quelle relative alla implementazione della direttiva INSPIRE, facendo altresì riferimenti a standard riconosciuti e consolidati in questo contesto, come ad esempio gli standard OGC (Open Geospatial Consortium), senza cercare a tutti i costi soluzioni “estemporanee”.

Il dialogo tra i vari erogatori e gestori di servizi consente inoltre una crescita comune e lo sviluppo di una visione d’insieme, con conseguenti vantaggi sia per la PA in termini di governance sia per le imprese per lo sviluppo di servizi a favore dei cittadini.

Il settore idrico, così come altri, potrebbe senz’altro essere oggetto di attenzione in un’ottica di condivisione dei principi di interoperabilità e di coordinamento tra i vari soggetti interessati, così come è avvenuto per il SINFI e per il PELL-IP.

 

Il trasferimento di conoscenza richiede competenze sempre più trasversali. Cosa ne pensa?

Il tema delle competenze è sicuramente rilevante nel contesto in cui operiamo. In particolare sui temi dell’informazione geografica abbiamo avuto modo di creare uno specifico gruppo di lavoro che ha operato in ambito UNINFO, Ente di normazione federato all’UNI. Abbiamo quindi potuto definire una norma tecnica la UNI 11621-5:2018 “Attività professionali non regolamentate – Profili professionali per l’ICT – Parte 5: Profili professionali relativi all’informazione geografica”, seguendo la metodologia basata sull’European e-Competence framework. L’idea è appunto quella di creare i presupposti per ampliare e formalizzare i processi di formazione, sempre nell’ottica di traguardare verso attività finalizzate alla trasformazione digitale.

 

Entrando nel merito della collaborazione con Enea, su quali ambiti si sta muovendo?

Il termine interoperabilità sta al centro dell’attività in collaborazione con Enea; ormai consolidato il modello dati per l’illuminazione pubblica stiamo lavorando sul tema edifici, a partire dagli ambiti scolastico e ospedaliero. Naturalmente le nostre attività non mirano a modificare aspetti che fanno capo alle amministrazioni competenti, bensì a trovare elementi comuni nel contesto dei dati relativi a tali tematiche, sempre con l’obiettivo di definire modelli dati, basati sulla georeferenziazione, che assicurino l’interoperabilità con i sistemi e le infrastrutture geografiche che rispondono alle regole nazionali e comunitarie.

 

Come si muove AgID in termini di ricerca, studio e sviluppo progetti?

AgID collabora con le altre amministrazioni portando il proprio contributo su più tavoli di lavoro. Per esempio, il progetto Smarter Italy, promosso dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise), dal Ministero dell’Università e della ricerca (Mur) e dal Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione che ha l’obiettivo di migliorare la vita delle comunità e dei cittadini attraverso la sperimentazione nei territori di soluzioni tecnologiche emergenti. Oppure il progetto Smart Ivrea, di cui AgID è capofila, che punta a progettare il primo prototipo di Piattaforma Nazionale per la gestione delle comunità intelligenti.

Inoltre, il fatto stesso di partecipare a diversi gruppi di lavoro in ambito europeo, ci consente un dialogo continuativo con possibilità di condividere idee e soluzioni. Ad esempio proprio attraverso la partecipazione al Working Group “Geospatial Solutions” istituito in ambito ISA2 è stato possibile portare a conoscenza dei colleghi di altri paesi l’attività svolta per il PELL-Illuminazione Pubblica, inserendo tale progettualità in un pilota europeo sull’energia.

L’esperienza è stata poi occasione di uno specifico contributo nell’ambito della Conferenza INSPIRE 2020 e, attraverso la veicolazione fatta nel citato working group, potrebbe essere anche replicata in altri paesi. Nelle prossime settimane verranno delineati i passaggi significativi e conclusivi di questo progetto con una sintesi che sarà presentata nel corso del workshop “ELISE enabling the interoperability of digital government from a location aspect” il prossimo 22 aprile nell’ambito dell’evento DigitALL Public Conference e, successivamente, in maniera più dettagliata in uno specifico webinar, con la partecipazione sia di ENEA che di AgID, in programma il prossimo mese di maggio nell’ambito delle attività di Knowledge Transfer del progetto ELISE (European Location Interoperability Solutions for e-Government).