Rinnovato impegno di Enea per l’evoluzione del servizio idrico

a cura di Emanuele Martinelli, CEO Energia Media

 

Non è un caso che quest’anno Enea abbia partecipato in modo attivo al percorso organizzato da Energia Media denominato Water Utility Network. In collaborazione con Utilitalia e Laboratorio Ref il tema idrico è stato dibattuto all’interno di 6 webinar, in tre giorni di talk organizzati in Accadueo a Bologna Fiere, in un importante incontro che ha chiuso a Milano la tre giorni di Enlit Europe. Momenti di confronto che sono serviti alla divisione Smart Energy di Enea di inserire un tema così rilevante all’interno del programma SmartItaly Goal, che nel 2022 si tradurrà nella costituzione di un tavolo di lavoro ad hoc. L’importante lavoro di Enea relativo a un modello di sviluppo e governance per la PA con al centro la realizzazione di una Smart City Platform – per la raccolta e condivisione di dati urbani in modo interoperabile – avrà nel settore idrico un altro campo di sperimentazione, a supporto delle decisioni sia di singoli gestori che di comuni. La rilevazione dei dati relativi al settore sappiamo quanto sia complesso soprattutto nel mezzogiorno, dove polverizzazione e una relativa ridotta possibilità d’investimenti (con qualche rara eccezione naturalmente) mantengono uno stato delle infrastrutture e quindi della qualità del servizio inadeguato per un paese che si dica civile. Il processo di digitalizzazione e conseguente rilevazione dei dati avrà dunque anche Enea quale importante attore protagonista, che potrà contribuire all’evoluzione del comparto sulla scorta di quanto sviluppato in ambito illuminazione pubblica, edifici e strutture sanitarie. Da integrazione dei dati a conoscenza, da analisi oggettive a governance e investimenti: dati imprescindibili non solo per fotografare una situazione ma per abilitare nuovi servizi – e quindi mercato – sulla scorta di necessità impellenti a cui il Paese deve assolutamente rispondere. Enea più di altri soggetti siamo certi sarà in grado di porsi in modo collaborativo con le istituzioni preposte – ma pure con il mondo della ricerca e dell’innovazione privata – per arrivare ad avere di tutto il paese una fotografia del settore adeguata a decisioni e interventi che non sono più procrastinabili. Parlare ancora di riduzione delle perdite con una media italiana stimata tra il 40 e 50% e punte nel Sud del 70%, non ha più senso, in un momento storico in cui l’innovazione va veloce e mette a disposizione molteplici strumenti di conoscenza. Serve volontà e collaborazione tra le parti; Enea con Arera, Utilitalia, Anci, e le strutture governative preposte, possono nel 2022 ribaltare velocemente la situazione a partire da un piano strategico e operativo finalizzato alla reale conoscenza degli asset. Punto di partenza per arrivare a una riqualificazione complessiva di infrastrutture idriche di capitale importanza per il paese stesso; senza dimenticare il valore industriale e quindi occupazionale di un settore che trascina con sé sempre più competenze, tecnologie e quindi risorse anche economiche.